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Botto

3 gennaio 2006

È tradizione che a Capodanno si festeggi con i botti. Quest’anno, per la prima volta dopo dieci anni, abbiamo festeggiato fuori, da amici. E al nostro ritorno abbiamo avuto la bella sorpresa: erano passati i ladri.

È la prima volta che subiamo un furto, tentativi in passato ce ne sono stati, ma mai andati a buon fine. Anche perché molto da rubare qui proprio non ce n’è (i libri non hanno grande mercato nella ricettazione). E mi stupisce molto la mia reazione: non provo quel senso terribile di violazione dell’intimità che tutti coloro che subiscono un furto con scasso dicono di aver provato. Ma perché?
Sarà per merito del portiere che ci ha accolti in garage, anticipando con tatto la notizia ed evitandoci l’urto della scoperta?
O perché l’effrazione è stata minima, un lavoro curato con pochi danni, senza svellere e distruggere tutto?
O l’assenza dei vandalismi di cui si sente tanto parlare, frugati solo i posti logici, senza rivoluzioni inutili?
O perché ai bambini è stato risparmiato il trauma, le loro camere rispettate, giusto le ante aperte degli armadi? Sì, è vero, hanno aperto i loro salvadanai che stavano altrove, ma hanno preso solo una trentina di Euro in banconote, lasciando ben di più in monetine.
O perché il furto è stato tutto sommato limitato, pochi contanti, qualche cosina di oro o argento?
O forse perché…

Perché, sì, un pezzo di qualche valore lo hanno portato via. Hanno asportato la cassaforte antica di famiglia dallo stipetto che la conteneva dall’800. Ma anche qui, un lavoro a modo, non hanno distrutto tutto come spesso si sente: hanno asportato il retro e prelevato la cassa in metallo, con danni trascurabili al davanti del mobile, salve le carte di famiglia otto- e novecentesche contenute nei cassetti, che non valgono niente tranne che per noi.
Peccato però, che la cassaforte asportata valga ben di più del contenuto. E peccato che l’avranno già distrutta, per constatare la miseria che contiene (due collane di pietre dure, un anellino antico rovinato da rimontare, qualche ninnolo in argento, roba buttata lì per non occupare spazio altrove). Non che rimpianga il valore economico dell’oggetto. Non era trascurabile, ma per me era irrilevante, perché intendevo conservare comunque il mobile per nostro ricordo. Mi dispiace solo che un oggetto così insolito, rispetto ai nostri tempi tecnologici, così affascinante, sia andato distrutto per niente.
E forse mi dispiace anche che dei ladri così "rispettosi" (almeno a confronto di quanto ho visto nel palazzo e sentito raccontare da altri), abbiano poi realizzato meno di loro "colleghi" che non si fanno scrupolo di devastare tutto. O forse mi hanno intenerito i pacchi di formaggi prelevati dal nostro frigo e abbandonati, nella fuga, sul tavolo della sala.

Insomma, i danni da riparare ci sono, le malinconie irreparabili pure, ma in fondo è andata molto meglio di quanto avremmo potuto temere. Mi era quasi venuta la strana idea, a pranzo, di brindare a questi ladri gentili e un po’ sfortunati. Una sorta di sindrome di Stoccolma? Forse. In ogni caso non ho potuto. Quando abbiamo aperto il frigo per prendere la bottiglia di prosecco, solo allora, ci siamo accorti che era sparita.

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6 commenti
  1. Evidentemente volevano pbrindare anche loro…

  2. i miei commenti non si vedono… ed effettivamente ieri mi apparivano in cima al video…
    cmq, volevo dire soltanto che a Napoli hanno rubato le statuine di un presepio da una chiesa, e subito ieri a Gela qualche deficiente ha subito seguito l’esempio… di cretini in circolazione ce n’è sempre troppi…
    (auguroni, comunque…)

  3. caspita che brutta fine… o che brutto inizio… no, no, direi meglio fine, che a ricominciare si ricomincia sempre meglio, dai! auguri e abbracci :))))

  4. Ma quanto non scrivi bene!! Cioè ti giugro! (gr==erre moscia).

    Davvero, questa si chiama estetica della parola (il come più che il cosa appunto, anche se non so se l’intenzione fosse proprio quella). Scrivi da dio.

  5. Forse alla fine uno si prpara al peggiopeggiopeggio per cui tutto sommato a te questo accadimento ha fatto non dico né freddo né caldo ma quasi hai tirato un sospiro di sollievo. O forse perché caratterialmente sai guardare alla vita cercando di vedere sempre un lato positivo nelle cose…

  6. i ladri.
    come l’hai scritto bene.
    🙂

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